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Pittorika è un balletto multimediale in due tempi, le cui coreografie sono ispirate a dipinti della storia dell’arte più o meno celebri, in sintesi “Opere d’arte sul palco”.
Musiche, luci e immagini trasformano il palco in un museo virtuale, un viaggio nel tempo, nella cultura, nelle emozioni e nelle intenzioni di artisti che del colore hanno fatto una scelta di vita. Un’innovativa combinazione fra danza contemporanea e acrobatica, musica e videoproiezioni, in cui i dipinti, bidimensionali, acquisiscono la terza dimensione, prendono forma attraverso i corpi dei danzatori.
Incorniciati da videoproiezioni e animazioni attentamente studiate, danno vita, con i loro corpi, ai protagonisti e alle forme di tele, tavole e affreschi, cercando di interpretare e reinterpretare il pensiero dell’autore e dei soggetti.
Dalla sensualità de "Il bacio" di Klimt ai naufraghi de "La zattera della Medusa" di Jean Louis Thèodore Gèricault (la cui coreografia è gi stata vincitrice del Premio SIAE per la danza 2009) dal cubismo di "Guernica" di Picasso al realismo de "Il canto degli angeli" di Adolphe William Bouguereau, dallo sguardo angosciante de "L’urlo" di Edvard Munch a quello enigmatico della "Gioconda" di Leonardo Da Vinci.
La pittoricità e la plasticità dei corpi, degli oggetti, delle luci e dei movimenti rende “Pittorika” spettacolare, unico nel suo genere ed estremamente moderno.
Da "La deposizione" del Caravaggio
Da "La la zattera della Medusa" di Gèricault
Da "Il bacio" di Klimt
Da "Il canto degli angeli" di Bouguereau
Che l’arte figurativa si lasci permeare, attraversare, manipolare per diventare danza e musica -
Pittorika è luogo privilegiato per la pittura e per lo spettatore che si trova immerso nella fusione di modalità diverse che aggiungono, alla basilare polivalenza espressiva di ognuna, una dimensione ulteriore.
Senza voler assolutizzare l’importanza della teatrabilità insita nell’arte che avrebbe come pericolosa trappola -
Un’opera d’arte come testo teatrale è doppiamente aperta, nel senso suggerito da Umberto Eco e lo spettatore, che deve attingere alla sua enciclopedia personale, alla sua sensibilità e alla sua capacità di decodificazione per poterlo comprendere svolge un intervento attivo e interpretativo costituendone il suo complemento produttivo.
Giuseppina Radice*
*Giuseppina Radice è Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Svolge attività di Critico d’Arte